Sin dalla pittura rupestre la donna, con la sua immagine del corpo, è stata il soggetto di rappresentazione più ritratto in assoluto. Il suo corpo idealizzato ha rappresentato, secolo dopo secolo, fattezze propiziatorie, profili di madonne, personaggi biblici e dee sensuali.
Con l’avvento della fotografia possiamo dire che l’immagine del corpo femminile è divenuto più reale, salutando in parte le fattezze stereotipate, pur restando relegata ad un ruolo bidimensionale e subalterno.
Il cambiamento epocale avviene quando le donne si tramutano da mere figure femminili da ritrarre, a fotografe straordinarie e di rottura. Salta in parte la rappresentazione di un immaginario maschile patriarcale.
Oggi parleremo della fotografia al femminile non narrando le foto che le ritraggono ma le prime donne fotografe. Siamo perfettamente consapevoli che stendere una storiografia delle donne fotografe sia un po’ arduo e delicato. Sceglieremo quelle che sono state in grado di abbattere il distacco sessista tra generi molto presente nell’arte come nella vita reale.
Le donne nella fotografia: dalle origini al percorso evolutivo
Le donne che hanno segnato la rottura degli stereotipi sulle immagini del corpo e raccontato i tempi che cambiavano sono tantissime. Menzioneremo le più note, raccontando il percorso di evoluzione del linguaggio fotografico delle donne fotografe.
Innanzitutto è bene ribadire che la storia della fotografia al femminile è intrinsecamente connessa al quella dell’emancipazione femminile.
A metà dell’800, con lo sviluppo dei dagherrotipi a Parigi, le donne iniziano di parallelo anche ad avere maggiore accesso all’istruzione e un accenno di indipendenza economica. Iniziano a misurarsi con professioni intellettuali e con gli strumenti della cultura e dell’arte prima ad esse precluse.
Sarà agli inizi del ‘900 che la fotografia al femminile, grazie alla maggiore manovrabilità delle attrezzature fotografiche, accrescerà il numero di donne che la usano. In un primo momento si tratta di scatti di pietas connessi al vivere quotidiano, un racconto che protegge in cui bambini ed emarginati dalla società capitalista e sessista spiccano. In un secondo momento le narrazioni acquisiranno anche toni più leggeri e artistici.
Julia Cameron è tra le prime donne fotografe a raccontare la sua epoca fatta di contraddizioni e atmosfere sognanti. La fotografa inglese, nata nel 1815, iniziò a fotografare tardi quando sua figlia le regalò una macchina fotografica e da quel momento non smise mai. Documentò ciò che la circondava ovvero la classe vittoriana, attraverso immagini del corpo delicate e intime con eco preraffaellita.
Come molte protagoniste della fotografia al femminile, la Cameron in vita non ebbe grande riscontro. Oggi è considerata tra le donne fotografe più interessanti e sperimentali del 19° secolo.
Helen Levitt è una fotografa di Brooklyn in grado di raccontare, in modo realistico e brutale, l’innocenza dei bambini nella feroce New York degli anni ’40 del 900.
Ella è celebre per gli scatti dei bambini del Bronx pieni di vitalità e per i chalk drawings, ovvero i tipici disegni coi gessetti della cultura di street newyorkese.
Tra le donne fotografe più celebri vi è Francesca Woodman la cui poetica ha sempre posto al centro il femminismo e le atmosfere surrealiste alla Man Ray. L’immagine del corpo, raccontata dalla Woodman è indagata attraverso una fotografia cruda ed esistenzialista. Ricordiamo la celeberrima serie On Being an Angel dal 1975-81, con autoscatti e racconti di donne sofferenti.
Fotografia al femminile: le donne fotografe dagli anni ‘70
Nella metà del ‘900 ricordiamo Cindy Sherman americana celebre per gli iconici ritratti volti a riprodurre le donne normali come immaginari personaggi di film e riviste. Per sovvertire gli stereotipi delle donne nei media, e l’immagine del corpo femminile sessualizzato, ricordiamo la sua serie Complete Untitled Film Stills. Si tratta di ben 70 fotografie in bianco e nero che vogliono urlare quanto i tempi siano cambiati. L’opera è stata acquistata nella sua interezza dal MOMA di New York nel 1995.
La fotografa ama utilizzare però anche gli scatti su pellicola a colori impiegando sempre il suo tratto distintivo: centrare l’illuminazione sulle espressioni facciali. La Sherman stravolge l’iconografia ponendosi lontana da scatti da “fotografo femminile” e lavora come modella per sé stessa. Per oltre trent’anni, a volte con ritratti divertenti altri più sgradevoli e inquietanti, urla il suo pensiero.
Il nostro piccolo tour nella fotografia al femminile non può che concludersi con Annie Leibovitz la celebre fotografa del Magazine Rolling Stone e Vanity Fair.
Tra le suo opere più note lo splendido scatto di John Lennon avvinghiato a Yoko Ono, poche ore prima che lui fosse sparato. Nel 1991 è divenuta la prima donna fotografa ad esporre una mostra personale presso la National Portrait Gallery di Washington.
Se desideri raccontare la donna attraverso i tuoi scatti partecipa alla nostra Call for Artist internazionale Meravigliosamente Donna.